La malattia renale cronica nel gatto si può e si deve curare!
La terapia di questa condizione deve basarsi innanzitutto sulla precisa determinazione dello stadio della patologia, che è possibile ottenere integrando i dati clinici e laboratoristici con la tabella recentemente aggiornata dal gruppo di studio internazionale IRIS un comitato di 15 tra i migliori veterinari al mondo per competenza nella patologie renali del cane e del gatto.
Perché il solo valore della Creatinina elevata non basta a dire che c’è un problema renale, soprattutto dire che è cronico!
Nel nostro articolo scoprirai perché non bisogna mai interrompere le terapie se il tuo micio ha una condizione cronica di malattia renale e quali sono le cure migliori che la scienza suggerisce per far star meglio il tuo peloso.
Dato che le cose da dire sono tante abbiamo deciso di suddividerle in più articoli. In questo primo articolo affronteremo l’aspetto cardine della terapia mentre nelle successive due parleremo approfonditamente di dieta e di farmaci specifici di sostegno renale.
La terapia della malattia renale cronica ha sostanzialmente due obiettivi:
- Rallentare la progressione della malattia
- E migliorare i segni clinici
Prima di iniziare a parlare delle terapie,occorre fare però alcune doverose considerazioni. Dobbiamo innanzitutto visitare il micio e valutarlo, poi si deve stabilizzarlo, capire se ci sono delle patologie concomitanti…
E a questo proposito ti consiglio di guardare o rivedere la videopillola n. 117 su “I 3 errori fatali nella diagnosi della malattia renale cronica del gatto che ogni proprietario deve conoscere” cliccando sotto
Ancora,
- Capire se è il riacutizzarsi di una condizione cronica
- Capire a che stadio IRIS siamo e valutare i sottostadi
E da ultimo
- scegliere quelle che sono le nostre priorità terapeutiche.
Ma in pratica che cosa possiamo fare per gestire la malattia?
Per prima cosa lascia che ti sveli qual’è il fondamento di tutte le terapie per la malattia renale…
ovvero
gestire la disidratazione…
Innanzitutto, non dimenticare che i gatti con problemi renali non sono in grado di regolare il bilancio idrico tra l’acqua che assumono con l’alimentazione e il bere e l’acqua che perdono dal rene.
Credici oppure no
Ma il gatto con malattia renale è in costante e continua disidratazione e bisogna sempre, sempre, sempre tenerlo idratato.
Ma su questo aspetto ne parlerò meglio tra poco.
Poi dobbiamo fornirgli una dieta adatta alle sue necessità.
E nella prossima puntata affronteremo questo argomento complesso, ma fondamentale per garantire lunga vita al proprio micio.
Ovviamente dovremo migliorare i segni gastroenterici, tipo nausea e vomito.
E in aggiunta a questo
Dobbiamo risolvere l’acidosi metabolica e gli squilibri elettrolitici….
E qui, avere un Emogas analizzatore FA la differenza tra una gestione ottimale e una approssimativa…
Ma c’è di più infatti è imperativo ridurre, se presente, l’ipertensione arteriosa.
Anche per questo argomento, dedicherò la terza ed ultima parte sulla gestione terapeutica della malattia renale cronica…
ovviamente avremmo dovuto misurarla e il non farlo è tra gli errori madornali che si commettono durante il percorso diagnostico da non fare mai…
Forse ti starai chiedendo perché è importante trattare l’ipertensione arteriosa sistemica
Ma per adesso lascia che ti dica che gestire l’ipertensione vuol dire mettere in cassaforte la salute futura del tuo cuore con la coda!
Da ultimo oltre a tutto ciò
Dobbiamo trattare l’anemia se presente e trattare le condizioni patologiche associate.
Tutto questo riduce e rallenta la progressione della patologia renale.
Approfondiamo ora i vari punti e come promesso in questo articolo tratteremo come correggere la disidratazione con la fluidoterapia.
La fluidoterapia deve essere fatta endovena ricoverando il micio…
e con i fluidi scelti sulla base della condizione metabolica stabilita dall’emogas analizzatore.
Il perché è presto detto…
perché bisogna abbassare il valore della creatinina nel sangue e l’unico modo per farlo in tempi brevi e con i fluidi.
Quando un proprietario sente parlare per la prima volta di malattia renale cronica, una tra le parole che dal quel momento entreranno nel suo vocabolario in maniera quasi quotidiana sarà il valore di creatinina nel sangue.
Perché il Veterinario usa da sempre la creatinina per stimare la capacità del rene a funzionare…
Diciamo che “grossolanamente” viene definito un marker di funzionalità renale.
Per comprendere però pienamente cosa questo voglia dire è importante valutare il valore alla luce del suo andamento nel tempo, piuttosto che come singolo dato.
Mi spiego meglio e per fare ciò voglio condividere con te questo grafico che rappresenta da un lato la funzione del rene
espressa come capacità di filtrare la creatinina, che è appunto un elemento di scarto dell’organismo e dall’altro il valore di creatinina nel sangue.
L’incrocio di questi due valori esprime la percentuale di rene ancora capace di funzionare.
Cosa è importante capire da questo grafico…?
Che quando la funzione renale è massima, cioè 100%, la creatinina è circa 1…
ora questo dato in realtà dipende da tanti fattori che possono essere la razza, ad esempio il Birmano o sacro di Birmania ha valori di creatinina + alta rispetto ad altre razze o in base al fatto che si è più o meno muscolosi o magri etc…
Ma vorrei che osservassi pure che
Mano a mano la funzione renale scende, la creatinina nel sangue aumenta, però supera il valore soglia di normalità di 1,6 solo quando ormai, meno del 50% del rene è funzionante!!
E a valori superiori a 2 già 3/4 del rene non funzionano più.
Incredibile non credi?
Capisci perciò che basarsi solo sugli esami del sangue per valutare la funzione renale è un test diagnostico ahimè tardivo…
Ci dice unicamente che ormai i buoi sono scappati dalla stalla… e a quel punto è inutile chiudere il cancello.
Ma c’è un altro aspetto che volevo condividere con te
Se osservi bene non esiste una proporzionalità nell’aumento della funzione renale a fronte di miglioramenti della creatinina nell’intervallo di valori compresi tra 16 e 4 o tra 8 e 4.
Mi spiego meglio, Immaginiamo che abbiamo un micio con 8 di creatinina e per curare la malattia renale iniziamo come da protocollo IRIS una fluidoterapia endovenosa con una soluzione isotonica bilanciata, che sia Ringer Lattato o Reidratante terza, ovviamente scelta come detto e non mi stancherò mai di ripetere…
sulla base dell’emogasanalisi e dello stato metabolico di quel paziente.
Dopo qualche giorno i valori scendono a 4… ma quello che puoi notare è che la funzione renale è si migliorata ma in maniera molto modesta… per semplificare te l’ho evidenziata in verde sullo schermo.
Se invece il valore passa da 4 a 2, il miglioramento è ancora più imponente.
Te lo evidenzio in azzurro e lo metto in confronto con quello verde di prima.
Quindi cambiamenti importanti della creatinina per valori alti, corrispondono a piccole variazioni nella funzione renale, mentre variazioni meno imponenti ma nella fascia di valori tra 4 e 2 invece sono più significative ai fini della capacità di recupero del rene.
Come si traduce all’atto pratico tutto questo??
Che in un gatto ricoverato e in fluidoterapia per malattia renale se la creatinina si sta abbassando, vale la pena resistere finché la creatinina scende e continuare finché la Crea non si sia stabilizzata per almeno 48 ore in fluidoterapia.
Il che vuol dire che a volte possono essere necessari molti giorni di ricovero, minimo 5, ma fino anche a 10-15 giorni continuativi, 24 ore su 24!
Il day hospital dalla mattina alle 9 alla sera alle 18.30 fa poco, perché il rene va aiutato sempre, Non solo di giorno
Ma H24!
Una volta a casa e una volta trattata la disidratazione… bisogna gestirla con la fluidoterapia sottocutanea che il proprietario deve poter fare in autonomia al proprio domicilio.
E su questo argomento ho fatto una video pillola dove insegno in pochi semplici passi come eseguire correttamente una flebo sottocute, la numero 78, e se mai te la fossi persa puoi rivederla da qui sotto
Ad ogni modo la dose da somministrare così come la frequenza varia da situazione a situazione, diciamo normalmente non meno di 75 ml al giorno sottocute fino anche a 150 ml.
In alcuni casi è anche possibile dilazionare ogni 2 o 3 giorni la fluidoterapia, sempre a patto che tutti i parametri rimangono stabili.
Ma i gatti se le lasciano fare le sottocutanee?
O sono più i proprietari quelli restii a fare queste procedure che in realtà rappresentano il fondamento nella gestione della malattia renale cronica?
Alcuni anni fa hanno fatto uno studio dove i ricercatori hanno evidenziato che tutto sommato è una esperienza nella stragrande maggioranza dei casi positiva… ovvero l’85% dei proprietari la riteneva tale e i gatti non sembravano molto stressati dal fare i fluidi sottocute
A condizione però che i fluidi fossero a temperatura corporea
Che non si faceva durare troppo a lungo
Che non si usassero aghi né troppo grandi né troppo piccoli e che si dava comunque sempre un premietto come rinforzo positivo alla fine della procedura.
Ma occorre comunque anche mettere in atto delle strategie per massimizzare l’ingestione di acqua per via orale.
Un trucco che vi posso suggerire può essere ad esempio mettere dell’acqua dentro una scatoletta di tonno vuoto e congelarla…
in questo modo il gatto lecca il “ghiacciolo” al tonno e contemporaneamente assume l’acqua necessaria.
Una soluzione invece a cui si ricorre, soprattutto nei casi in cui l’animale non riesce nemmeno ad alimentarsi è il sondino esafogostomico.
L’inserimento del sondino non è particolarmente difficile, richiede giustamente una veloce anestesia e in mani esperte è una procedura di pochi minuti ma che ha grandi vantaggi e nel gatto rappresenta a volte una scelta vincente nella strategia terapeutica cambiando il destino della battaglia e passando nel giro di poco da avere un gatto che non sopravvive a un gatto che migliora e risolve il suo problema.
Il sondino permette di idratare senza sforzi e nella maniera migliore il micio senza per questo dover fare ogni giorno iniezioni e senza creare alcun disagio al proprio felino.
Il sondino esofageo permette però anche di alimentare correttamente il micio e proprio sull’alimentazione che si gioca la partita più importante.
Infatti la dieta è il baluardo della gestione della patologia renale, assieme appunto alla fluidoterapia.
Ma questo sarà l’argomento del prossimo articolo.